sabato 20 dicembre 2008

"Battaglie senza eroi. I beni culturali tra istituzioni e profitto"

"Battaglie senza eroi. I beni culturali tra istituzioni e profitto", volume di Salvatore Settis edito da Electa, è una raccolta di interventi del Professore su gestione, tutela e politica dei Beni Culturali in Italia.
Vorrei porporvi parte di un'intervista di Umberto Allemandi a Settis, già pubblicata in "Il Giornale dell'Arte", novembre 2002, p.1, con seguito alle pp. 8-10.

Umberto Allemandi:"Come giudica la formazione dei giovani di oggi in Italia?"
Salvatore Settis:"Tralasciando le mie preoccupazioni generali, ho delle preoccupazioni specifiche che riguardano in particolare la storia dell'arte e riguardano l'Italia, ma non solo. Negli ultimi anni si sta infatti assistendo alla progressiva separazione della cultura figurativa da tutto il resto, dalla cultura storica, letteraria e filosofica, come se per studiare storia dell'arte bastasse sapere solo la storia dell'arte. E' quanto avviene nella generalità delle 3800 università americane che sono di solito di basso livello [...] e che sfornano storici dell'arte medievale che non sanno il latino e guardando un'immagine con la scritta 'Ave Maria' non capiscono cosa significa, o ancora archeologi che non sanno il greco. Questo processo di degrado della cultura è generalizzato e a mio parere straordinariamente rischioso. Ma a questo processo se ne aggiunge un altro che è quello della specializzazione per periodi cronologici sempre più ristretti. [...] L'attuale tendenza degli studi è di specializzarsi su un artista o su un secolo, al massimo due; la mancanza di persone che abbiano uno sguardo più ampio porta conseguenze negative [...] Purtoppo sta aumegntando il numero delle persone che hanno questo doppio limite: lo specifico della storia dell'arte e lo specifico del 'periodo di competenza'. Questo è un processo molto negativo e in Italia, dove temo si vada generalizzando, ha assunto una forma molto più pericolosa perchè si è travestito da progresso."
U.A.:" Che cosa pensa dei corsi di laurea in Beni Culturali?"
S.S.:"Fanno parte dello stesso processo di degrado e si basano sull'assunto assurdo che i beni culturali costituiscono un dominio separato. Questa è una delle eggiori sciocchezze che si possano inventare, è una cosa per cui basta fermarsi e chiudere gli occhi trenta secondi per capire che è di una abissale stupidità. L'Odissea e la Divina Commedia non sono beni culturali? Con la sciagurata istituzione dei corsi di laurea in Beni Culturali si è creata ina storia dell'arte che non esiste, tendenzialmente senza la storia, la letteratura ec. Nel concreto cosa sta succedendo? I corsi di laurea in Beni Culturali istituiti in Itlia in generale prevedono esami di storia dell'arte, quelche esame di management dei musei o cose di questo genere, poca storia, poca letteratura, niente filologia: insomma si arriva a un impoverimento della storia dell'arte clamoroso."

E poi l'intervista continua.
La domanda che ha fatto Allemandi la ripropongo ai lettori: cosa pensate dei corsi di laurea in Beni Culturali?

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